16 marzo 2020

Mia madre - József Attila

Antonio Donghi - La pollarola
Mia madre - József Attila

Una domenica verso sera
ha preso con due mani la tazza,
sorrise e stava là, seduta
nel crepuscolo, tranquilla.

Dai signori portava a casa
in un pentolino la nostra cena;
siamo andati a letto, e pensai
che loro mangiano assai.

Era mia madre, piccola, morì presto,
perché le lavandaie muoiono presto,
i loro piedi tremano dalla fatica,
e la stiratura fa male alla testa.

Per montagna e nuvole
c'è il bucato e il vapore,
e per cambiare aria
puoi salire in soffitta!

Si ferma mentre stira,
la sua esile figura
venne infranta dal Capitale,
pensateci proletari!

Si è incurvata dal lavare,
non sapevo che fosse giovane;
nei sogni portava grembiule pulito
e la salutò il postino.

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