26 aprile 2018

da “Dolce come il cioccolato” di Laura Esquivel

Fernando Botero woman in front of a window 
da “Dolce come il cioccolato” di Laura Esquivel

Tita, in ginocchio, china sul metate, si muoveva ritmicamente mentre macinava le mandorle e il sesamo. Sotto la camicetta i seni le oscillavano liberi, perché lei non portava mai il reggiseno. Gocce di sudore le scendevano dalcollo tra le mammelle formose e sode.
Pedro, non potendo resistere ai profumi che lo raggiungevano, si diresse in cucina e rimase come pietrificato sulla porta di fronte alla posizione sensuale di Tita.
Tita alzò il capo continuando a muoversi e i suoi occhi incontrarono quelli di Pedro. Immediatamente, i loro sguardi eccitati si fusero: tanto che chi li avesse visti avrebbe notato un unico sguardo, un unico movimento ritmicoe sensuale, un unico respiro agitato e uno stesso desiderio.
Rimasero immobili nell'estasi d'amore fino a quando Pedro non abbassò lo sguardo e lo fissò sul seno di Tita. Tita smise di macinare, si raddrizzò ed erse con orgoglio il petto, perché Pedro potesse osservarlo completamente. L'esame di cui fu oggetto cambiò per sempre il loro rapporto. Dopo quel penetrante sguardo che aveva trapassato i vestiti, tutto sarebbe stato per sempre diverso.
Tita capì a sue spese perché il contatto con il fuoco altera gli elementi, perché un pezzo di pasta diventa una tortilla, perché un petto che non è passato attraverso il fuoco dell'amore è un petto inerte, una palla di pasta senz'alcuna utilità. In pochi istanti Pedro aveva trasformato, senza toccarlo, il seno di Tita da casto in voluttuoso.

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