29 aprile 2018

Sonetto XXVI – Pablo Neruda

opera di Aldo Balding
Sonetto XXVI – Pablo Neruda

Né il colore delle dune terribili a Iquique,
né l'estuario del Rìo Dolce di Guatemala,
cambiarono il tuo profilo conquistato dal grano,
il tuo stile d'uva grande, la tua bocca di chitarra.

Oh cuore, oh mia da tutto il silenzio,
dalle cime dove regnò il rampicante
alle desolate pianure del platino,
in ogni patria pure ti ripeté la terra.

Ma né mano scontrosa di monti minerali,
né neve tibetana, né pietra di Polonia,
nulla alterò la tua forma di cereale viandante,

come se creta o frumento, chitarre o grappoli
di Chillàn difendessero in te il loro territorio
imponendo il mandato della luna silvestre.

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