opera di Hans Zatzka
Sonetto XXXIII – Pablo NerudaAmore, ora andiamo alla casa
dove il rampicante sale per le scale:
prima che tu arrivi è giunta alla tua stanza
l'estate nuda con piedi di caprifoglio.
I nostri baci erranti percorsero il mondo:
Armenia, densa goccia di miele dissotterrato,
Ceylon, colomba verde e lo Yang Tsè che separa
con antica pazienza i giorni dalle notti.
E ora, beneamata, per il mar crepitante
torniamo come due uccelli ciechi al muro,
al nido della lontana primavera,
perché l'amore non può volar senza fermarsi:
al muro o alle pietre del mare van le nostre vite,
al nostro territorio son tornati i baci.
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