28 aprile 2018

Da Il talento del cuoco – Martin Suter

dipinto di Aldo balding
Da Il talento del cuoco – Martin Suter

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Era solo la seconda volta che cucinava a casa di Andrea, ma era già una specie di routine. Maravan sapeva dove trovare tutto il necessario e lei non doveva più fare domande su come apparecchiare la tavola e decorare l’ambiente. Lavoravano in silenzio, come una squadra ben affiatata.
L’ospite era Esther Dubois era una famosa sessuologa che per un paio d’anni aveva curato una rubrica molto seguita all’interno di una rivista per donne sopra i quaranta. Anche lei aveva ormai superato la soglia degli anta, aveva tinto di rosso fiammante i capelli precocemente ingrigiti e si vedeva spesso sui giornali.
Andrea l’aveva contattata al lavoro e l’aveva convinta senza difficoltà ad accettare l’invito. “Per un eccitante esperimento sessuologo-gastronomico” aveva detto.
La donna arrivò con mezz’ora di ritardo e un folto mazzo di calle bianche, che, a sentire lei, si adattavano perfettamente al tema della serata. Andrea le presentò il socio dicendo: “ Lui è Shri Maravan, grande guru della cucina erotica”.
Aveva usato i termini “shri” e “guru” senza prima chiedere il parere del diretto interessato e dalla sua reazione capì che forse avrebbe dovuto. Maravan tese la mano con un sorriso imbarazzato e si concentrò di nuovo sui piatti.
“Ora sono davvero curiosa” disse la Dubois, lasciandosi guidare nella sala da pranzo oscurata e illuminata da candele. Si accomodò sui cuscini e chiese: “Niente incenso? Niente musica?”.
“Secondo Shri Maravan sono solo distrazioni. Distolgono l’attenzione dal profumo dei
piatti e dal battito del cuore”. Anche questo non concordato. “Mi permette solo di suonare questa”. Prese la campanella e la agitò.
La porta si aprì e Maravan entrò reggendo un vassoio con due bicchieri di champagne e due piattini di mini chapati.
Mentre le due donnebrindavano, versò come semprel’essenza di curry, cannella e olio di cocco sulle focaccine.
“Niente di chimico, spero” fece Esther Dubois.
“La cucina è tutta chimica e fisica” rispose cortesemente lui.
La sessuologa prese un chapati, lo annusò, chiuse gli occhi e diede un morso. Dopo aver masticato lentamente, riaprì gli occhi. “Un incomparabile pezzo di chimica e fisica”.
Durante la cena l’esperta, di solito molto comunicativa, rimase per lo più in silenzio. Si limitò a gemere e sospirare in tutte le tonalità possibili, a strabuzzare gli occhi e a farsi aria con gesti teatrali. A un certo punto disse: “Sai qual è la cosa più eccitante? Mangiare con le mani”.
Alla fine, dopo aver divorato l’ultimo cuoricino glassato con un sospiro di piacere, domandò: “E adesso? Il tuo bel guru?”.
Ma il bel guru se n’era già andato.

Per la terza volta consecutiva la cena afrodisiaca ebbe lo stesso effetto su Andrea. La fantastica serata fu seguita da una notte altrettanto piacevole, anche se Esther Dubois non era esattamente il suo tipo. Un po’ troppo intellettuale ed estroversa. Andrea non amava particolarmente le bisex capaci di avere una relazione aperta con un uomo e di chiamarlo verso mezzanotte per dire: “Caro, non torno stanotte. Domani ti racconto tutto”.
Il giorno seguente, con grande sollievo di Andrea, Esther si alzò presto e se ne andò ancora prima di colazione, come un marito fedifrago.
“Mi farò viva” disse rientrando un’ultima volta in camera da letto per salutarla con un bacio sulla fronte. La promessa faceva riferimento a una breve conversazione avuta durante la notte. Andrea era quasi sicura che avrebbe mantenuto la parola.
“Funziona sempre?” aveva chiesto Esther con voce impastata di sonno.
“Su di me sì. Una volta addirittura con un uomo”.
“Credevo che non andassi con gli uomini”.
“Lo credevo anch’io”.
“Wow! Ma come fa?”.
“Usa antiche ricette afrodisiache della tradizione ayurvedica. Ma le realizza a modo suo”.
“Sai quanti dei miei pazienti darebbero un braccio per un pasto con questi effetti?”.
“Mandali da noi” aveva replicato Andrea prima di raggomitolarsi tra le lenzuola e scivolare nel sonno.
(…)

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