29 aprile 2018

da Dona Flor e i suoi due mariti – Jorge Amado

da Dona Flor e i suoi due mariti – Jorge Amado

Scuola di culinaria sapore e arte
Quando e cosa si serve per una veglia funebre.

(risposta di dona Flor ad una alunna)

Non perché avviene in un giorno disordinato di lamentazioni e tristezza, non per questo si deve permettere che la veglia funebre vada alla bell’e meglio. Se la padrona di casa, fra singhiozzi e svenimenti fuori di sé, immersa nel suo dolore, o giacente morta nella bara, non potrà farlo, un parente o una persona amica si assumerà l’incarico di occuparsi della veglia, poiché non si possono abbandonare, senza niente da bere né da mangiare, i poveretti, solidali per tutta la notte, a volte in inverno e col freddo.
Acciocché una veglia funebre sia animata ed onori effettivamente il defunto che la presiede, rendendogli meno grave la prima confusa notte della sua morte, è necessario dedicarvi cure sollecite, occupandosi del morale e dell’appetito.
Quando, e cosa si serve?
Ebbene, si serve per tutta la notte, dal principio alla fine. Il caffè è indispensabile, e va servito in continuazione, naturalmente in tazze piccole. Il caffè e latte, con pane, burro, formaggio, qualche biscottino, qualche polpettina di aipim o carimã, fette di cuscus con uova fritte, quello solo al mattino e solo per chi ha passato lì la notte, fino all’alba.
La cosa migliore è tenere sempre al fuoco un bollitore perché non manchi mai il caffè, visto che arrivano continuamente nuovi visitatori. Il caffè in tazzina è accompagnato da biscotti o crackers; qualche volta si può servire un vassoio di roba salata, panini con formaggio, prosciutto, mortadella, cose semplici, visto che complicazioni ce ne sono già abbastanza col defunto.
Se però la veglia dovesse essere una veglia di lusso, di quelle dove il denaro corre a fiumi, allora è di prammatica una tazza di cioccolata a mezzanotte, spessa e bollente, oppure un brodo grasso di gallina. E per completare, polpettine di baccalà, fritto misto, crocchette, dolci assortiti, frutta secca.
Da bere, trattandosi di una casa ricca, oltre al caffè ci può essere della birra o del vino: solo un bicchiere per accompagnare il brodo e il fritto. Champagne mai, non è considerato di buon gusto.
Sia in una veglia ricca, sia in una veglia povera, si esige però la presenza, costante e necessaria, di una buona cachaçina; tutto può mancare, perfino il caffè, lei sola è indispensabile; senza il suo conforto non c’è veglia funebre che si rispetti.
Una veglia funebre senza cachaça significa mancanza di considerazione per lo scomparso, indica indifferenza e disamore.

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