26 aprile 2018

da Il talento del cuoco – Martin Suter

opera di Francine Van Hove
da Il talento del cuoco – Martin Suter

(…)
Senza alzare lo sguardo, Maravan continuò a lavorare.
“Chiama uno e dice: ”’So che fate piatti che aiutano il sesso’”.
“Cos’hai risposto?”.
“Che si sbagliava”.
“Bene”.
“E lui ha chiesto: ‘Parlo con la Love Food?’”.
“Da chi ha avuto il numero?”.
“Dall’amico di un amico”.
“Cioè?”.
“Ha detto che non importava. E mi ha chiesto di nuovo: ‘Fate o non fate piatti che aiutano il sesso?’”.
Andrea pronunciò quest’ultima frase con un tono di voce più basso e in un dialetto smaccato, quasi volgare.
“E tu?”.
“Ho risposto di no”.
“Si vede il numero sul display?”.
“Sì”.
“Cerca su Internet per scoprire chi era”.
“Non posso, è un numero di cellulare”.
Ci volle più di mezz’ora perché arrivassero tutte le invitate.
Attraverso la porta chiusa Maravan sentì i gridolini e le risate sovraeccitate delle amiche di Andrea, felici di rincontrarsi.
Ogni tanto lei entrava in cucina per posare una bottiglia di champagne vuota e prenderne una piena.
A un certo punto fece capolino dalla porta e disse: Vai!”. Era il segnale d’inizio.
Quasi tre ore più tardi Maravan poté finalmente sedersi su una sedia, soddisfatto della propria
prestazione. Per fortuna era filato tutto liscio. Un attimo dopo arrivò Andrea, sorridente e un po’ alticcia, lo prese per mano e lo condusse in sala da pranzo.
Le dodici donne sedute in silenzio nella morbida luce delle candele girarono la testa verso la porta.
“Signore, vi presento il nostro chef: Maravan”.
Le grida e gli applausi che seguirono lo misero tanto a disagio che s’irrigidì e assunse un’espressione serissima.
Nei due giorni successivi Andrea ricevette telefonate e lettere entusiastiche da parte delle sue ospiti. Quasi tutte annunciarono di voler usufruire quanto prima dei servizi della Love Food; due addirittura il prima possibile. Una fissò direttamente un appuntamento per il ventisette novembre, dieci giorni dopo. Ore diciannove e trenta, quattro persone.
Dovevano sfondare. Tra cibo, champagne e vini, l’evento promozionale era costato più di duemila franchi. Nessuno dei due aveva molti soldi. Dato che gli affari andavano bene, non si erano preoccupati di risparmiare. E la Love Food aveva investito in attrezzi da cucina high - tech che nella nuova situazione non avrebbe potuto acquistare.
Furono costretti ad adottare una nuova politica dei prezzi. Ovviamente i piatti non terapeutici
dovevano costare meno. Andrea intendeva compensare i prezzi più bassi con un numero
maggiore di ospiti. Ne servivano in media sei, aveva calcolato. Una prenotazione per quattro non era un buon inizio.
A una settimana dall’evento promozionale non avevano ancora ricevuto altri incarichi e Andrea cominciava a diventare irrequieta. Chiamò una delle due amiche che avevano dichiarato di voler prenotare “il prima possibile” e disse: “Ho tenuto libere per te un paio di date nei prossimi dieci giorni. Volevo solo assicurarmi che non avessi cambiato idea”.
“Ah” rispose la voce dall’altra parte. “Hai fatto benissimo a chiamarmi. In questo periodo abbiamo qualche problema con gli appuntamenti. Non voglio che tu perda altre occasioni per
colpa mia. Facciamo così: occupa pure le date che hai tenuto libere. Ci risentiamo quando avrò le idee un po’ più chiare. Se poi sarete troppo pieni, cosa che non mi stupirebbe affatto, beh… peggio per me “.
Le altre potenziali clienti, quelle che avevano detto di voler prenotare “quanto prima”, reagirono con la stessa evasività alletelefonate di Andrea.
(…)

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