dipinto di Kenne Gregoire
C'è qualcosa di osceno - Carlo Bordini Noi che
siamo tutti rannicchiati nei nostri sogni
sappiamo che
C’è qualcosa di osceno nei sogni altrui
C’è qualcosa di osceno
che consiste nel fatto che i sogni altrui sono /assurdamente/ e spaventosamente
uguali ai nostri
e svelano la vergogna
dei nostri sogni privati
la loro pochezza infantile
il loro carattere vergognosamente (per noi) prefabbricato
e poiché sono tutti uguali noi siamo gelosi di essi
e li odiamo quando sappiamo che essi sono sognati da altre persone
trovando osceno che altre persone sognino le nostre stesse cose intime;
e scoprendo negli altri la nostra stessa vergogna privata
che è resa pubblica dal fatto che gli altri possono conoscere minuziosamente il nostro sogno
vorremmo che sia solo nostro e che nessun altro potesse conoscerlo
anche se lo abbiamo acquistato l’altroieri al supermercato della coscienza
dove c’era la svendita di uno stock avariato
che ci ha attirati con la sua facile offerta.
E come l’amante che preferisce uccidere la propria amata fuggitiva
o il mitico eroe dell’antica Grecia
svende in pochi spiccioli un terremoto di fine erbe
noi, come il Minotauro, fracassiamo le nostre teste nello spigoloso labirinto,
nuotando felici nei gorghi dell’immensa galassia
dove le nostre menti si sono sperdute in un intrico cieco
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