Solidarietà ovvero chiacchiere e propaganda – Enzo
Montano
Non capita
spesso ma talvolta accade che qualcuno del Partito democratico abbia una buona idea.
Non perché in quel partito non ci siano persone capaci di buone proposte, anzi,
adesso che si è liberato di quasi tutta la zavorra egocentrista-liberista-renzista
e del sotuttoio-pariolino-Calenda-ospitefisso, emerge il buon senso, sia pure a
fatica, e addirittura qualche venatura di sinistra ma leggera, talmente leggera
da scomparire immediatamente. La proposta di cui parlo è il “contributo di
solidarietà” avanzata Graziano Del Rio per conto del Gruppo parlamentare della
Camera, da inserire, nelle intenzioni dei proponenti, nel prossimo decreto
relativo all’emergenza coronavirus.
Si tratterebbe
di un contributo a carattere temporaneo - due anni (leggasi due anni, anni due,
uno più uno, 2) - e progressivo: dal 4% per i redditi tra 80.000 e 100.000 euro
l’anno, fino all’8% per quelli che superano il milione per la parte eccedente
gli 80.000 euro. La misura porterebbe nelle casse dello Stato oltre un miliardo
di euro per ognuno dei due anni (leggasi due anni, anni due, uno più uno, 2),
destinata «a tutti coloro che versano in situazioni di povertà a causa della
crisi o in situazioni di grave difficoltà per la perdita completa del reddito».
Insomma, una proposta sensata in un momento molto difficile, ma di là dalle
cifre credo che molti italiani farebbero a meno di una parte del loro reddito
per dare una mano a chi è, o sarà (e saranno moltissimi) in difficoltà dopo la
tragedia quando la nazione proverà a riprendersi.
Di fatto la
misura graverebbe su 800 mila contribuenti e la parte maggiore del gettito
sarebbe data dai redditi superiori ai 200 euro. Parliamo di un numero veramente
esiguo.
Fatta la
proposta, abbiamo assistito a una levata di scudi come se Del Rio avesse mandato
i gabellieri a depredare i poveri ricchi del loro patrimonio.
Lo stesso Pd
sembra prendere le distanze: «È un’iniziativa dei deputati» dice il titubante
Zingaretti. Ma si sa che il coraggio delle idee non arriva all’improvviso e se
uno il coraggio non ce l’ha...
I
renziani non perdono una sola occasione per tacere o per scagliarsi contro il
loro ex partito. Per loro, talentuosi detentori di poltrone senza un solo voto,
è un invito a nozze, «è il partito delle tasse» dice Faraone (e lui lo sa bene perché
il suo capo-capetto-capino-piccino-picciò ne ha aggiunte a iosa di tasse), «Dai
nostri partner di governo in ventiquattro ore ho sentito no alla riapertura
graduale delle imprese, no all'attivazione del sostegno europeo tramite il Mes
e sì alla patrimoniale. Auguri Italia!», scrive su Twitter il coordinatore di
Italia viva Ettore Rosato (Che cosa possa coordinare non è dato sapere visti i
numeri della strabiliante formazione di poltronari), quello del rosatellum, che
ancora una volta capisce fischi per fiaschi. Dove ha letto che si tratta di
patrimoniale, in quale parte della proposta trova tale eventualità? Che cosa
propone l’ineffabile coordinatore del nulla? Niente!
I grillini, quelli che hanno frantumato le
parti intime per anni e anni su vitalizi, pensioni d’oro, tagli di stipendi
urlano che mai avalleranno una patrimoniale (ancora patrimoniale, è così difficile
da capire?), il loro nuovo capo politico, infatti, risponde con una proposta
che definire originale sarebbe voler sminuire l’ampia visione del capo-capetto
grillino: «Si tagliassero lo stipendio, i parlamentari». Arindanghete, direbbero a Roma, tralascia, però, di precisare un’inezia,
che quel taglio, populista e demagogico, ripetuto, reiterato, rimandato, in linea con la sua sapienza politica,
porterebbe nelle casse dello stato solo una cinquantina di milioni, o poco più,
ben lontano dal miliardo e duecento. Non pago di cotanta originalità, aggiunge
che le risorse necessarie per sostenere chi non ce la fa: «le dobbiamo trovare
dentro il Paese, ridiscutendo interventi non necessari come la TAV e attraverso
l'Europa, con strumenti nuovi e realmente efficaci», omette, il nostro, di indicare
quali strumenti. Insomma. Campa cavallo che l’erba cresce.
Le destre neanche
a parlarne, loro vivono di mojto, polemiche e menzogne. Se qualcuno del governo
dice, bianco loro urlano nero, se si dice vino urlano “no, mojto, che vino e
vino, qui ci vogliono tanti mojto” e gli altri, quelli che stanno al governo,
sono traditori. Se poi gli si fa notare che raccontano menzogne, corrono dal
Presidente della Repubblica, dalla Rai, da Mentana, dalla D’Urso, da Asterix a
raccontare che Conte ha fatto loro la bua.
Ai presunti
politici si aggiunge, come sempre, l’autorevole parere di qualche giornalista
tipo Aldo Cazzullo che in una intervista all’Huffinton Post parla di «delirante
piano del Pd di tassare i contribuenti onesti. Pensare che uno che guadagna 80
mila euro lordi sia un ricco (dove lo ha letto? La solidarietà è prerogativa
dei ricchi?) te la dice lunga sul ritardo culturale di questo partito. In questo
momento gli italiani hanno semmai bisogno di un taglio netto delle tasse.»
Anche Cazzullo si guarda bene di avanzare una proposta alternativa, troppo
sforzo. Cosa sarebbe il taglio delle tasse, in definitiva? Un contributo a
quelli che lui definisce ricchi? Già a loro si, ai morti di fame no, quelli lasciamoli
al loro destino, non fanno mica inserzioni sul Corriere della Sera, non
comprano mica il giornale.
Ovviamente la
proposta di Graziano Del Rio non è una patrimoniale! Probabilmente, non gli è
chiaro o il Cazzullo finge. D’altra parte la stampa italiana è poca
cosa, parlatori a gettone senza talento né buonsenso. Lui, come tutti quelli
che osteggiano questa forma di solidarietà, non ha problemi di soldi, non
soffre la fame, non gli si blocca la fornitura di gas o di elettricità, non ha
problemi a pagare il conto della farmacia, non deve pagare l’affitto e fare il
pieno di carburante o un cambio olio all’automobile, pagare il bollo e
l’assicurazione non è un problema. Ci pensasse il governo, tanto qualsiasi cosa
faccia non va bene, tanto la polemica è assicurata. Quello che trovo di
veramente delirante sono le opinioni di questi opinionisti senza opinione se
non quella dettata dalla convenienza cerchiobottista e di solito nordista. Che
pena!
La proposta
dovrebbe essere supportata da chi parla di pericoli sociali, chi sbraita sempre
solidarietà, vicinanza ai cittadini, a chi non ha i soldi per fare la spesa.
Magari sfugge ai più, specie a chi ha tutti i giorni la pancia piena o a chi è
rinchiuso nei palazzi o nel guscio del proprio io che cittadini italiani sono
anche quelli che non pagano le tasse perché non hanno reddito e non
contribuiscono al PIL perché non possono spendere. Sappiamo della Lega il cui
“Prima gli italiani” è un’evidente presa per i fondelli. Sappiamo delle destre
varie, quelle che sbraitano ingiurie e minacce nei rioni popolari all’indirizzo
di una mamma cui le è stata regolarmente assegnata una casa popolare, quelli
che calpestano il pane purché non sia portato a chi ha fame. Ma tutti gli
altri? Dove sono tutti gli altri?
PS. Non ho mai
nemmeno potuto immaginare di poter contare su un reddito di 80.000 euro l’anno,
ma se il mio Paese, la Regione, il Comune adottasse una misura del genere io,
aderirei ben volentieri forse perché mi è stato insegnato che si è ricchi anche
con una sola mela se la persona che ti sta di fronte non ha nemmeno quella e
credo che questo valga per la quasi totalità dei miei connazionali, sempre
pronti a mettersi a disposizione perché sanno che i bisogni sono reali e non si
lasciano condizionare dalle polemiche.
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