14 aprile 2020

Solidarietà ovvero chiacchiere e propaganda – Enzo Montano


Solidarietà ovvero chiacchiere e propaganda – Enzo Montano



Non capita spesso ma talvolta accade che qualcuno del Partito democratico abbia una buona idea. Non perché in quel partito non ci siano persone capaci di buone proposte, anzi, adesso che si è liberato di quasi tutta la zavorra egocentrista-liberista-renzista e del sotuttoio-pariolino-Calenda-ospitefisso, emerge il buon senso, sia pure a fatica, e addirittura qualche venatura di sinistra ma leggera, talmente leggera da scomparire immediatamente. La proposta di cui parlo è il “contributo di solidarietà” avanzata Graziano Del Rio per conto del Gruppo parlamentare della Camera, da inserire, nelle intenzioni dei proponenti, nel prossimo decreto relativo all’emergenza coronavirus.

Si tratterebbe di un contributo a carattere temporaneo - due anni (leggasi due anni, anni due, uno più uno, 2) - e progressivo: dal 4% per i redditi tra 80.000 e 100.000 euro l’anno, fino all’8% per quelli che superano il milione per la parte eccedente gli 80.000 euro. La misura porterebbe nelle casse dello Stato oltre un miliardo di euro per ognuno dei due anni (leggasi due anni, anni due, uno più uno, 2), destinata «a tutti coloro che versano in situazioni di povertà a causa della crisi o in situazioni di grave difficoltà per la perdita completa del reddito». Insomma, una proposta sensata in un momento molto difficile, ma di là dalle cifre credo che molti italiani farebbero a meno di una parte del loro reddito per dare una mano a chi è, o sarà (e saranno moltissimi) in difficoltà dopo la tragedia quando la nazione proverà a riprendersi.

Di fatto la misura graverebbe su 800 mila contribuenti e la parte maggiore del gettito sarebbe data dai redditi superiori ai 200 euro. Parliamo di un numero veramente esiguo.

Fatta la proposta, abbiamo assistito a una levata di scudi come se Del Rio avesse mandato i gabellieri a depredare i poveri ricchi del loro patrimonio.

Lo stesso Pd sembra prendere le distanze: «È un’iniziativa dei deputati» dice il titubante Zingaretti. Ma si sa che il coraggio delle idee non arriva all’improvviso e se uno il coraggio non ce l’ha...

I renziani non perdono una sola occasione per tacere o per scagliarsi contro il loro ex partito. Per loro, talentuosi detentori di poltrone senza un solo voto, è un invito a nozze, «è il partito delle tasse» dice Faraone (e lui lo sa bene perché il suo capo-capetto-capino-piccino-picciò ne ha aggiunte a iosa di tasse), «Dai nostri partner di governo in ventiquattro ore ho sentito no alla riapertura graduale delle imprese, no all'attivazione del sostegno europeo tramite il Mes e sì alla patrimoniale. Auguri Italia!», scrive su Twitter il coordinatore di Italia viva Ettore Rosato (Che cosa possa coordinare non è dato sapere visti i numeri della strabiliante formazione di poltronari), quello del rosatellum, che ancora una volta capisce fischi per fiaschi. Dove ha letto che si tratta di patrimoniale, in quale parte della proposta trova tale eventualità? Che cosa propone l’ineffabile coordinatore del nulla? Niente!

 I grillini, quelli che hanno frantumato le parti intime per anni e anni su vitalizi, pensioni d’oro, tagli di stipendi urlano che mai avalleranno una patrimoniale (ancora patrimoniale, è così difficile da capire?), il loro nuovo capo politico, infatti, risponde con una proposta che definire originale sarebbe voler sminuire l’ampia visione del capo-capetto grillino: «Si tagliassero lo stipendio, i parlamentari». Arindanghete, direbbero a Roma, tralascia, però, di precisare un’inezia, che quel taglio, populista e demagogico, ripetuto, reiterato, rimandato, in linea con la sua sapienza politica, porterebbe nelle casse dello stato solo una cinquantina di milioni, o poco più, ben lontano dal miliardo e duecento. Non pago di cotanta originalità, aggiunge che le risorse necessarie per sostenere chi non ce la fa: «le dobbiamo trovare dentro il Paese, ridiscutendo interventi non necessari come la TAV e attraverso l'Europa, con strumenti nuovi e realmente efficaci», omette, il nostro, di indicare quali strumenti. Insomma. Campa cavallo che l’erba cresce.

Le destre neanche a parlarne, loro vivono di mojto, polemiche e menzogne. Se qualcuno del governo dice, bianco loro urlano nero, se si dice vino urlano “no, mojto, che vino e vino, qui ci vogliono tanti mojto” e gli altri, quelli che stanno al governo, sono traditori. Se poi gli si fa notare che raccontano menzogne, corrono dal Presidente della Repubblica, dalla Rai, da Mentana, dalla D’Urso, da Asterix a raccontare che Conte ha fatto loro la bua.

Ai presunti politici si aggiunge, come sempre, l’autorevole parere di qualche giornalista tipo Aldo Cazzullo che in una intervista all’Huffinton Post parla di «delirante piano del Pd di tassare i contribuenti onesti. Pensare che uno che guadagna 80 mila euro lordi sia un ricco (dove lo ha letto? La solidarietà è prerogativa dei ricchi?) te la dice lunga sul ritardo culturale di questo partito. In questo momento gli italiani hanno semmai bisogno di un taglio netto delle tasse.» Anche Cazzullo si guarda bene di avanzare una proposta alternativa, troppo sforzo. Cosa sarebbe il taglio delle tasse, in definitiva? Un contributo a quelli che lui definisce ricchi? Già a loro si, ai morti di fame no, quelli lasciamoli al loro destino, non fanno mica inserzioni sul Corriere della Sera, non comprano mica il giornale.

Ovviamente la proposta di Graziano Del Rio non è una patrimoniale! Probabilmente, non gli è chiaro o il Cazzullo finge. D’altra parte la stampa italiana è poca cosa, parlatori a gettone senza talento né buonsenso. Lui, come tutti quelli che osteggiano questa forma di solidarietà, non ha problemi di soldi, non soffre la fame, non gli si blocca la fornitura di gas o di elettricità, non ha problemi a pagare il conto della farmacia, non deve pagare l’affitto e fare il pieno di carburante o un cambio olio all’automobile, pagare il bollo e l’assicurazione non è un problema. Ci pensasse il governo, tanto qualsiasi cosa faccia non va bene, tanto la polemica è assicurata. Quello che trovo di veramente delirante sono le opinioni di questi opinionisti senza opinione se non quella dettata dalla convenienza cerchiobottista e di solito nordista. Che pena!

La proposta dovrebbe essere supportata da chi parla di pericoli sociali, chi sbraita sempre solidarietà, vicinanza ai cittadini, a chi non ha i soldi per fare la spesa. Magari sfugge ai più, specie a chi ha tutti i giorni la pancia piena o a chi è rinchiuso nei palazzi o nel guscio del proprio io che cittadini italiani sono anche quelli che non pagano le tasse perché non hanno reddito e non contribuiscono al PIL perché non possono spendere. Sappiamo della Lega il cui “Prima gli italiani” è un’evidente presa per i fondelli. Sappiamo delle destre varie, quelle che sbraitano ingiurie e minacce nei rioni popolari all’indirizzo di una mamma cui le è stata regolarmente assegnata una casa popolare, quelli che calpestano il pane purché non sia portato a chi ha fame. Ma tutti gli altri? Dove sono tutti gli altri?



PS. Non ho mai nemmeno potuto immaginare di poter contare su un reddito di 80.000 euro l’anno, ma se il mio Paese, la Regione, il Comune adottasse una misura del genere io, aderirei ben volentieri forse perché mi è stato insegnato che si è ricchi anche con una sola mela se la persona che ti sta di fronte non ha nemmeno quella e credo che questo valga per la quasi totalità dei miei connazionali, sempre pronti a mettersi a disposizione perché sanno che i bisogni sono reali e non si lasciano condizionare dalle polemiche.

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