13 aprile 2020

Tasche vuote – Enzo Montano

dipinto di Alfons Karpinski
Tasche vuote – Enzo Montano

Il conio lentamente si mise in movimento
dall’alfabeto grezzo scavò con le sole mani
tra file di anonime lettere; trovò
gioielli di parole sfaccettate dal pensiero,
modellate per riflettere folle di sogni
dagli angoli bui dov’erano celati.

Si inerpicò verso la luna oltre le nuvole
per cogliere frammenti di cielo
e farne dono alla fragilità dei fiori,
bellissimi petali impolverati; gli specchi
rimandavano la solita tristezza quotidiana
di un piatto paesaggio giallo ocra.

Le tasche piene di quelle monete si svuotarono,
i passi tintinnanti si fermarono sul crinale
la fantasia volò via in un batter di ciglia;
la miniera fu esaurita, crollarono le volte:
non più grezze parole, solo gramigna e spinosi rovi
dove cercavano caparbie mani insanguinate.

Con tasche ormai svuotate e senza sogni
si incamminò lungo la strada tra alberi spogli,
prossima alla fine; un velo di tristezza lieve
la sua dolce compagnia.

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