Annamaria Maremmi - oltre le nuvole
da Cavalli selvaggi – Cormac
McCarty
(…)
John Grady evitò di chiedere
chi non c'era più. Il reverendo attese che la moglie fosse seduta, chinò la
testa e benedisse il cibo, la tavola e i commensali. Continuò per un certo
tempo benedicendo tutte le cose, dalle più piccole su su fino alla nazione, poi
benedì altre nazioni, parlò delle guerre, delle carestie, delle missioni e di
altri problemi mondiali con particolare riferimento alla Russia, agli ebrei e
al cannibalismo, terminò in nome di Gesù Cristo amen, alzò la testa e si sporse
a prendere il pane di mais.
- Di solito la gente
vuole sapere come ho cominciato, disse. Per me non è un mistero. Sin dalla
prima volta che ho sentito una radio ho capito a cosa serviva. Da allora non ho
mai avuto dubbi. Il fratello di mia madre s'era costruito una radio a galena. L'aveva
comprata per posta. Arrivavano i pezzi in una scatola e bisognava montarli. Noi
abitavamo nella Georgia meridionale e avevamo sentito parlare della radio, naturalmente.
Ma non ne avevamo mai vista una coi nostri occhi. C'è una differenza abissale. Per
farla breve, ho capito subito a cosa poteva servire. Con la radio non ci sono
più scuse. Un uomo può avere il cuore tanto indurito da non sentire più la parola
di Dio. Ma con la radio basta alzare il volume che la durezza del cuore è
fregata. Altrimenti uno è sordo come una campana. Vedi, a questo mondo ogni
cosa ha uno scopo. Qualche volta è difficile capire qual è, ma nel caso della
radio, accidenti, non potrebbe essere più palese.
Fin dalla prima volta
che l'ho vista, la radio è entrata nella mia vita. È grazie a lei che ho abbracciato
il sacerdozio.
Il reverendo, che
durante il discorso s'era riempito il piatto, tacque e attaccò a mangiare. Pur
non essendo un omone divorò due porzioni di pollo, una grossa fetta di crostata
di mele e parecchi bicchieroni di latte.
Alla fine si pulì la
bocca col tovagliolo e spinse indietro la sedia.
- Dovete scusarmi,
disse. Ma devo andare al lavoro. Il Signore non fa mai vacanza.
Si alzò e uscì dalla cucina.
La moglie servì un'altra fetta di crostata a John Grady. Lui la ringraziò e lei
si risedette a guardarlo mangiare.
- Sa, mio marito è
stato il primo a far mettere alla gente le mani sulla radio, esordì la donna.
- Come dice?
- È stato il primo a
usare quel metodo. Pregava davanti alla radio e guariva quelli che lo
ascoltavano mettendo le mani sul loro apparecchio.
- Davvero?
- Prima di allora si
faceva spedire un oggetto e ci pregava su, ma quel sistema creava un sacco di
problemi. La gente si aspetta troppo dai ministri di Dio. Lui guariva un sacco
di gente e tutti lo sentivano dire alla radio. Mi spiace ammetterlo, ma le cose
avevano preso una brutta piega. Almeno secondo me.
La donna guardò il
ragazzo che mangiava.
- Sono cominciati ad arrivare
anche i morti.
- Come dice?
- Ci spedivano i
morti. Li imballavano ben bene in una cassa e li spedivano per espresso col
treno. Era diventata una cosa impossibile. Coi cadaveri non c'è niente da fare,
solo Gesù in persona può fare qualcosa.
- Capisco.
- Vuole ancora un po'
di latte?
- Sì, grazie, è molto
buono.
- Sono contenta che
le piaccia.
La donna gli riempì
il bicchiere e tornò a sedersi.
- Lui lavora
tantissimo per la sua missione, la gente non ne ha idea. Lo sa che la sua voce
arriva in tutto il mondo?
- Davvero?
- Riceviamo lettere
persino dalla Cina. È incredibile. Tanti cinesini piegati sulla radio ad
ascoltare Jimmy. Già, infatti vien da pensare che non capiscano quello che
dice. Arrivano lettere dalla Francia. Dalla Spagna. Da tutto il mondo. La sua
voce è uno strumento, capisce. Quando dice alla gente di mettere le mani sulla
radio, gliascoltatori possono essere a Timbuctu o al polo sud, non fa alcuna
differenza. La sua voce arriva dappertutto a qualunque ora. Via etere. Basta accendere
la radio. Naturalmente hanno cercato di far chiudere la stazione radio, ma
l'hanno spostata in Messico. Ecco perché il dottor Brinkley è venuto qui. Per fondarne
una nuova. Lo sa che possono sentirla su Marte?
- No, signora.
- È verissimo. Quando
penso a quelli lassù che per la prima volta sentono la parola di Gesù mi viene
da piangere. Anzi, piango davvero. E tutto questo grazie a Jimmy Blevins, proprio
a lui.
Nell'interno della
casa si sentì russare poderosamente. La donna sorrise.
- Povero caro, disse.
È stanchissimo. La gente non ne ha idea.
John Grady non riuscì
a trovare il padrone del cavallo e verso la fine di febbraio prese di nuovo la
via del nord, tirandosi dietro i cavalli sui bordi delle strade asfaltate dove
lo spostamento d'aria degli immensi autotreni spingeva le povere bestie contro
i guard-rail. Nella prima settimana di marzo arrivò a San Angelo, tagliò attraverso
la campagna che conosceva come le sue tasche e nella prima sera tiepida dell'anno
raggiunse il recinto di Rawlins all'ora del buio: nella pianura del Texas occidentale
non c'era un filo di vento e la notte era immobile e chiara. Cavalcò fino alla
stalla, smontò e raggiunse la casa a piedi. Vedendo la luce accesa nella stanza
di Rawlins si mise due dita in bocca e fischiò. Rawlins si sporse dalla finestra,
guardò giù, uscì dalla cucina e lo raggiunse.
- Sei proprio tu? Sì.
- Incredibile, disse.
- Incredibile.
Gli girò intorno per vederlo
alla luce squadrandolo come un animale raro.
- Pensavo che ti
facesse piacere riavere il tuo vecchio cavallo, disse John Grady.
- Non posso crederci!
Hai riportato Junior? È laggiù alla stalla.
- Pazzesco, ribatté
Rawlins, non posso crederci, è pazzesco.
Si allontanarono a cavallo
nella prateria e si sedettero per terra lasciando gli animali al pascolo. John Grady
raccontò tutto quello che gli era successo e alla fine rimasero in silenzio. La
luna risplendeva a ponente mentre lunghe nuvole piatte le scorrevano davanti
come una flotta fantasma.
- Sei già andato a
casa?
- No.
- Sai che tuo padre è
morto?
- Sì, l'avevo
immaginato.
- Tua madre ti ha
cercato in Messico per fartelo sapere.
- Sì.
- La madre di Luisa è
molto malata.
- Nonna?
- Sì.
- Come se la passano?
- Penso bene. Ho
visto Arturo in città. Thatcher Cole gli ha trovato un lavoro alla scuola. Fa
le pulizie e cose del genere.
- Nonna se la caverà?
- Non lo so, è molto
vecchia.
- Già.
- E tu cosa fai?
- Me ne vado.
- Dove?
- Non lo so.
- Potresti lavorare
ai pozzi di petrolio. Pagano bene.
- Sì, lo so.
- Puoi fermarti a
casa.
- Penso che me ne
andrò via.
- Questo è ancora un
buon posto per viverci.
- Sì, lo so. Ma non è
il mio.
Il deserto era rosso
e rossa la polvere che si alzava, la polvere impalpabile che si posava sulle
zampe del suo cavallo e di quello che lo seguiva. Al calar della sera si levò
un gran vento che arrossò tutto il cielo. Da quelle parti c'era poco bestiame
per l'estrema aridità della terra, ma all'imbrunire John Grady s'imbatte in un toro
solitario che nella luce sanguigna del tramonto si rotolava per terra come una bestia
sacrificale in agonia. Nelle raffiche di polvere sanguigna vomitata dal sole spronò
il cavallo e riprese a marciare col viso ramato dagli ultimi raggi di luce,
mentre il vento rosso dell'ovest spazzava il paesaggio crepuscolare e gli
uccelli del deserto svolazzavano cinguettando fra le felci secche, e il
cavallo, il cavaliere e il secondo cavallo passarono, e passarono le loro ombre
affiancate come l'ombra di un unico essere.
Passarono e
impallidirono sulla terra sempre più buia, sul mondo a venire.
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