opera di Timothy M Parker
Da “Uomini nudi” –
Alicia Giménez-Bartlett
(…)
Gli
uomini sono incredibili. Sono sempre stata così lontana da loro, grazie a papà
e al mio matrimonio fasullo, che non me ne sono mai resa conto fino in fondo.
Sì, sono incredibili. Questo tizio, che ho conosciuto in un locale dove si
spogliava, e da mesi pago per i suoi servizi sessuali, adesso mi fa la morale e
pretende che io risolva i suoi problemi economici in modo socialmente
accettabile. Mi rinfaccia di aver venduto l’impresa che mio padre ha fondato e
che io stessa ho contribuito a far crescere. Ci manca solo che mi rimproveri
perché non ho chiesto il permesso a lui. Ha ragione, dovevo tenermi un’azienda
che faceva acqua da tutte le parti solo per dargli la possibilità di
riscattarsi. Tutto questo è talmente eccessivo che sta diventando quasi
interessante.
“Tu
non vuoi capirmi, Irene. Forse è meglio se non ci vediamo più”.
“Sì
che ti capisco, Javier. Non ti piace prostituirti né farti mantenere. Va bene.
Ti cercherò qualcosa tramite le mie conoscenze. Ho molti contatti nel mondo
degli affari. È una possibilità che non abbiamo ancora considerato”.
“Se
ci avessi tenuto davvero l’avresti considerata tu per prima”.
Devo
mostrarmi deciso. È adesso che ho l’opportunità di saltare giù da questa barca
che non mi porta da nessuna parte. Lo so, ne sono quasi sicuro. Qualsiasi nave
è meglio di questa zattera a cui sono aggrappato, completamente alla deriva.
“Sono
stata occupatissima negli ultimi tempi. Hai idea di che cosa comporta vendere
un’attività? E non mi riferisco solo agli aspetti economici o legali. Hai
pensato solo per un attimo al costo emotivo che tutto questo ha per me? La
fabbrica è stato il lavoro di una vita, rappresentava il mio mondo. Capisco che
tu sia preoccupato per il tuo futuro, ma anche io sto attraversando un periodo
tremendo”.
“Mi
dispiace, Irene, hai ragione”.
Ha
ragione e io sono un idiota. Ma in fondo continua a pensare che per quanti
problemi le i abbia, il terreno su cui scorre la sua vita è sgombro e
pianeggiante, mentre io sono finito in un pantano da cui è difficile uscire.
Il
resto della cena si svolge in modo sereno. Cerchiamo entrambi di superare il
brutto momento, evitiamo argomenti che possano ricordarci la discussione di
poco fa. Usciti dal ristorante, andiamo a casa mia. Facciamo l’amore
appassionatamente, come sempre. Ci aggrappiamo l’uno all’altra come se fosse
l’ultima notte. Si direbbe che ogni difficoltà tra noi sia superata. Il sesso
ha ogni volta il potere di restituire un’apparenza di normalità, di vicinanza
autentica, a qualunque rapporto. Perfino quando sono a letto con una turista
c’è sempre un attimo di reciproca gratitudine, di pace assoluta.
Prima
di andarsene, Irene mi paga. La guardo con stanchezza infinita. Non me la sento
di ricominciare la guerra, di tornare su quello che ho spiegato mille volte.
Lei sorride.
“Tutto
si sistemerà, Javier. Dammi un po’ di tempo. Ti cercherà un lavoro, se è questo
che vuoi”.
(…)
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