21 giugno 2017

Due vedute di sala anatomica – Sylvia Plath

Bueghel il Vecchio - Trionfo della morte

Due vedute di sala anatomica – Sylvia Plath

1
Il giorno che lei visitò la sala incisoria
c'erano in quattro stesi là, neri come arrosto bruciato,
già mezzi decomposti. Un sentore acetoso
di fermenti di morte li avvolgeva;
si misero al lavoro i giovani in camice bianco.
A lui toccò un cadavere dalla testa fracassata
e lei non ci capiva quasi niente
in quei frantumi di cranio e pezzi di vecchio cuoio.
Uno spago giallastro li teneva ancora insieme.

Nei loro vasi i feti dal naso a chiocciola lunari lustreggiano.
A lei lui dà il cuore divelto guasto cimelio.

2
Nel bruegeliano panorama di fumo e macello
solo in due sono ciechi a quell'orda di putredine:
alla deriva nel mare della serica azzurra
gonna di lei, egli canta in direzione
della sua nuda spalla e su di lui si china
lei solfeggiando un foglietto di musica,
entrambi sordi al violino della testa-di-morto
che adombra la loro canzone.
Questi amanti fiamminghi in fiore; non per molto.

E tuttavia la desolazione del quadro risparmia la piccola contrada
assurda, delicata, nell'angolo in basso a destra.

traduzione di Giovanni Giudici

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