29 giugno 2017

Miss Guerra – Ambar Past

Guerra in Vietnam


Miss Guerra – Ambar Past

La guerra ci chiamò
per offrirci una sveltina.
Lasciò un messaggio alla segreteria telefonica,
una macchia di petrolio sulla spiaggia.
Le mandammo dozzine di lunghe braccia.
Sacchi unghie.
Il viso di una madre.
Una poesia tradotta dal persiano
può costarti dieci anni
e mezzo milione.
La Guerra spende e spande,
ma non le interessa curare malati
né educare ciechi.
A malapena riesce a firmare assegni,
ma se la passa bene.

Apre le porte della sua impresa di pompe funebri.
Fa affari, mette su una catena
di succursali.
Perché preoccuparti?
L’importante è
stimolare il clitoride del Denaro
finché ti paghi.
Non spingere, ragazzo, ci sarà Guerra per tutti.

– Dammi una libbra di Guerra…
Dammela a credito, compare,
vendimela all’ingrosso.

Guerra civile?
Etnocidio?

– Quello che vuoi, mia Regina.

Siamo ai tuoi ordini
per qualunque occasione
ti si offra.

Passami la Guerra, per favore, babbino. Ce n’è ancora?
E’ già finita?
Comprane ancora
e ancora e ancora!
Quante guerre ti servono, tesoruccio?
La guerra ci offre le natiche.
Le afferriamo le tette.
La biblioteca arde in fiamme.
La scuola diventa caserma.
L’ospedale è un necrocomio.

Tuttavia (e qui il Generale fa una faccia di orgoglio),
stuprammo solo donne,
ispanici
e gay.

– Signore e signori: permettetemi di ricordarvi che siamo in Guerra.
Tutto ha un prezzo.

Un esercito obbedisce.
I soldati comprano
quando gli viene ordinato.
La Guerra è stata scelta
democraticamente
dai nostri clienti.

Hanno sempre ragione.

Signore signori:
è con noi
MISS GUERRA.

Traduzione di Raffaella Marzano

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