26 giugno 2017

Talidomide – Sylvia Plath

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Talidomide – Sylvia Plath

O mezza luna----

Mezzo cervello, luminosità----
negro, mascherato da bianco,

le tue buie
amputazioni brulicano e spaventano----

ragnose, infide.
Quale guanto

quale coriacità
ha protetto

me da quell’ombra ----
gli indelebili bocci,

giunture delle scapole, le
facce che

si fanno largo all’essere, tirando
via con sé il penzolante

amnio-sangue delle assenze.
Tutta la notte fabbrico

uno spazio alla cosa che mi è data,
un amore

di due occhi umidi e uno strillo.
Un bianco sputo

d’indifferenza!
I frutti oscuri volvono e periscono.

E cristallo s’incrina,
l’immagine

scompare e abortisce come un mercurio in mille gocce.

Traduzione di Giovanni Giudici

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