28 giugno 2017

Sylvia Plath - Suicida davanti a Egg Rock

Egg Rock - New England

Sylvia Plath - Suicida davanti a Egg Rock
Alle sue spalle gli hotdog si spaccavano e gocciolavano
sulla griglia dei barbecue pubblici, e le saline color ocra,
i gasometri, fabbriche e ciminiere, quel paesaggio
di imperfezioni di cui erano parte le sue viscere,
s'increspavano e pulsavano nella calura vitrea in ascesa.
Il sole colpiva l'acqua come una dannazione.
Nessuna fossa d'ombra dentro cui strisciare,
e il suo sangue rullava l'antico ritmo
io sono, io sono, io sono. Strilli
di bambini dove i marosi si frangevano e il vento
strappava filacce di spuma alla cresta delle onde.
Un bastardino, mulinando le zampe in un galoppo,
sollevò uno stormo di gabbiani dalla barena.

Lui aveva dentro un fuoco sopito, era come sordo, bendato,
il suo corpo gettato a riva insieme col pattume del mare,
una macchina per respirare e battere per sempre.
Le mosche che sfilavano nell'orbita di una razza morta
ronzavano e assaltavano le volte del cervello.
Le parole del suo libro erano vermi striscianti giù dal foglio.
Ogni cosa luccicava come carta bianca.

Ogni cosa raggrinziva sotto il raggio corrosivo
del sole tranne Egg Rock sulla desolazione azzurra.
Udì, nell'inoltrarsi in acqua,

lo schiumare oblioso delle onde su quegli scogli.

traduzione di Anna Ravano
 

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