17 giugno 2017

La miniera d’oro - Nicole Drano-Stamberg

Artemisia Gentileschi - Venere e Cupido


La miniera d’oro - Nicole Drano-Stamberg

Sulla superficie della terra             una donna
Sulla superficie della terra                      un’altra donna
Sulla superficie delle nostre terre    donne
Sulla superficie della sua terra
Una donna
Scava.

*
Sulla superficie della terra
Sulla superficie d’una terra
Sulla superficie della nostra terra
La miniera d’oro.

*
Ella scava.       Ha scavato
Da così tanto tempo
Dalla sua nascita
Da anni
Da mesi
Volete sapere?
È la stessa.
È la stessa che sopravvive
È la stessa che non ha calendario
Che non ha orologio
È la stessa che non sa da dove inizia
È la stessa che non sa dove finisce.

*
Non vuole.
Non vuole morire
né perdere
Non vuole capire
Non vuole chiedere
Non vuole abbandonare.

*
Volete sapere
Chi l’ha condannata
Chi l’ha cancellata
Chi l’ha obbligata
Respinta
Chi l’ha separata
Chi l’ha indicata.
Davvero.
Davvero è viva
Davvero è sopra un davanzale
Davvero è della nostra terra
È di quaggiù
Davvero è di quaggiù o di laggiù.

*
Volete ancora sapere
Avrà une memoria
Avrà un’anima
Una ragione
Avrà amori
Avrà delle regole
Avrà dei segreti.

Avrà dubbi
Il dovere di essere
In mezzo a un sogno
Dove tutto sarebbe d’oro.

*
Ella sa fare gesti
Ella sa guardare di lontano
Ella sa bene immobilizzarsi
intestardirsi
Ella sa partorire
Ella sa mostrare
Ella sa.

Ella setaccia il tempo
Ella setaccia la vita
Ella setaccia la terra
Ella setaccia la morte
La desolazione
Ella setaccia il silenzio
Ella setaccia.

*
Ella custodisce una vecchia scatola
Uno straccio
Ella afferra l’alba
La notte
Ella afferra il mondo
Elle afferra il giorno
Ella afferra ogni giorno
Lei afferra.
Volete sempre sapere

*
Un volto
È pochissimo oro
Appena un piccolo miscuglio di fango
Con una polvere dorata.
Un'aria da poco
Nel mezzo al deserto
Nelle parole
Per non scrivere la morte
Al di sopra della testa
D’una vita.

da Chant du rivage de la Sirba, Ed. Le temps des Cerises

Traduzione di Viviane Ciampi

 Presa da “Fili d’aquilone” n. 46 aprile/giugno 2017

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