8 giugno 2017

Sogni - Wislawa Szymborska

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Sogni - Wislawa Szymborska

A dispetto della scienza e degli insegnamenti dei geologi,
infischiandosene dei loro magneti, grafici e mappe –
il sogno in un attimo
ci accumula davanti montagne così pietrose
quasi si ergessero nella veglia.
E giacché le montagne, allora anche valli, pianure,
infrastrutture incluse.
Senza ingegneri, capomastri, operai,
scavatrici, bulldozer, materiali edili –
autostrade impetuose, ponti improvvisi,
città istantanee densamente popolate.
Senza registi con megafono, senza operatori –
folle che sanno bene quando spaventarci
e in che momento svanire.
Senza architetti esperti,
senza carpentieri, betonisti, muratori –
sul sentiero, a un tratto, una casetta come un giocattolo,
e dentro sale enormi con l’eco dei nostri passi
e le pareti fatte d’aria dura.
Non solo slancio, ma anche precisione –
un singolo orologio, una mosca intera,
sul tavolo una tovaglia ricamata a fiori,
una piccola mela con i segni dei denti.
E noi – non possono farlo i giocolieri,
i maghi, i taumaturghi e gli ipnotizzatori –
implumi riusciamo a volare,
nei tunnel bui ci fanno luce gli occhi,
parliamo con scioltezza in una lingua ignota
e non con chicchessia, ma con i morti.
E per giunta, a dispetto della nostra libertà,
di scelte del cuore e inclinazioni,
ci perdiamo
nel desiderio d’amore per –
prima che suoni la sveglia.
Cosa ne dicono gli autori di libri dei sogni,
gli studiosi di simboli onirici e presagi,
i medici con i lettini della psicoanalisi –
se qualcosa gli torna,
è solo per caso
e per il solo motivo
che nelle nostre visioni,
nelle loro ombre e illuminazioni,
profusioni, incerte previsioni,
svogliatezze e propagazioni,
a volte può capitare
anche un senso afferrabile.

da Wislawa Szymborska. La gioia di scrivere, tutte le poesie (1945 – 2009)
a cura di Pietro Marchesani - Adelphi Editore

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