1 maggio 2018

Sonetto XXXVIII – Pablo Neruda

Marc Chalmé La Cathedrale II
Sonetto XXXVIII – Pablo Neruda

La tua casa risuona come un treno a mezzogiorno,
ronzano le vespe, cantan le casseruole,
la cascata enumera i fatti della rugiada,
il tuo riso svolge il suo gorgheggio di palma.

La luce azzurra del muro conversa con la pietra,
giunge come un pastore fischiando un telegramma
e tra i fichi dalla voce verde
Omero sale con scarpe prudenti.

Solo qui la città non ha voce né pianto,
né infinito, né sonate, né labbra, né tromba,
ma un discorso di cascata e di leoni,

e tu che sali, canti, corri, cammini, scendi,
pianti, cuci, cucini, inchiodi, scrivi torni
o sei partita e si sa ch'è iniziato l'inverno.

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