6 maggio 2017

Capo della Libia occidentale – Costantino Kavafis

Hans Holbein the Younger - Ritratto di Enrico VIII, detteaglio
Capo della Libia occidentale – Costantino Kavafis

Fece buona impressione ad Alessandria,
i dieci giorni che vi si fermò,
quel capo della Libia occidentale,
Aristòmene, figlio di Menelao. Compìto
e greco, come il nome, l’abito.
Volentieri accoglieva gli onori, tuttavia
senza cercarli: era molto modesto.
Comprava opere greche in libreria,
specie di storia e filosofia.
Soprattutto, era un uomo di poche parole.
Sarà immerso in pensieri profondi, e quella gente
- si diceva - ha un’innata ritrosia.

Né pensieri profondi, né niente. Un omiciattolo
grottesco. S’era messo un nome greco;
camuffato da greco, aveva appreso
a comportarsi come i Greci, suppergiù.
E gli tremava il cuore, per paura
di rovinare tutta l’impressione belloccia,
tradendo nel suo greco la barbarie natìa,
e dando esca alle solite beffe
di quegli Alessandrini inesorabili.
Perciò, a poche parole si limitava, attento
alla pronunzia, alla morfologia.
E soffriva non poco
di comprimere dentro tante chiacchiere.

da Costantino Kavafis, La memoria e la passione a cura di Filippomaria Pontani
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti

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