14 maggio 2017

I gatti sui tetti – Francesco Cazzamini Mussi

Aristogatti


I gatti sui tetti – Francesco Cazzamini Mussi

Spalanco la finestra,
e sovra i tetti in faccia
alla mia stanza, nel grigior dell’alba
entro la luce scialba,
benché l’aria sia diaccia,
stan due gatti e si guardan miagolando.

Le vostre pene, o care bestie amiche,
molto compiango e vi darei ristoro,
ma non sapete che il silenzio è d’oro
per le umane fatiche?
Miagolerete, dite, fino a quando?

Ma la pace non viene
e forse di lor pene
fatti più acerbi ed anche più feroci
mescono sbruffi, acuti sgraffii e morsi.
E quei del vicinato tutti accorsi
— la famiglia dei gatti è numerosa —
discutono la cosa…

Fin presso la grondaia il più piccino
è scivolato ed io mi dico: è morto!
Ma no, che per miracolo risorto,
agguanta l’altro e giù lo scaraventa…
La famiglia dei gatti tutt’attenta
applaude al vincitore,
poiché pure tra i gatti il vinto ha torto
e perduto ha l’onore.

Torna il silenzio. Guardo. Già lontano
ogni gatto scompare discutendo,
e le lor voci ormai più non intendo.
Quand’ecco, una penombra, di soppiatto,
esce da un abbaino…
Ma il vincitore che si lecca i baffi,
benché malconcio, il muso tutto a sgraffi,
corre presso la bella del suo cuore…
onde la mia finestra chiudo in fretta
per salvar la morale
e l’etichetta.

Non darti l’aria, o cuore,
di rigido censore
ché fosti gatto e ancora lo sarai,
e sovra i tetti andrai
miagolando alle notti azzurre e pure
tutto il dolore delle graffiature.

Da “Le allee solitarie”, Ricciardi, Napoli 1920

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