13 giugno 2017

Ode alla cascata – Pablo Neruda

Andrew Wyeth - The Carry

Ode alla cascata – Pablo Neruda

Improvvisamente, un giorno
mi alzai presto
e ti detti una cascata.
Di tutto
quello che esiste
sopra la terra,
pietre,
edifici,
garofani,
di tutto
quello che vola nell’aria,
nubi,
uccelli,
di tutto
quello che esiste
sotto la terra,
minerali,
morti,
non esiste
niente tanto fuggitivo,
niente che canti
come una cascata.

Ahi sentila:
ruggisce
come una leonessa bianca,
brilla
come il fiore del fosforo,
sogna
come ciascuno dei tuoi sogni,
canta
nel mio canto
dandomi
passeggera oreficeria.
Ma
lavora
e muove
la ruota
di un mulino
e non solamente
è ferito crisantemo,
ma realizzatrice
della farina,
madre del pane che mangi
ogni giorno.

Mai
ti peserà quello che ti ha dato
perché sempre
fu tuo
quello che ti dette, il fiore o il legno,
la parola o il muro
che sostengono
tutto l’amore errante che riposa
ardente nelle nostre mani,
ma di quanto
ti detti,
ti do,
ti consegno,
sarà questa
segreta
voce
dell’acqua
quella che un giorno
dirà nel suo idioma quanto
tu ed io stiamo zitti,
racconterà i nostri baci
alla terra,
alla farina,
continuerà
macinando
frumento,
notte,
silenzio,
parole,
racconti,
canti.

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