15 luglio 2017

Federico Garcia Lorca - La moglie infedele

Edward John Poynter - The Cave of the Storm Nymphs, dettaglio
Federico Garcia Lorca - La moglie infedele

A Lyilla Cabrera e alla sua negletta
E io la portai al fiume
credendo che era ragazza,
e invece aveva marito.
Fu la notte di San Giacomo
e quasi per un impegno.
Si spegnevano i lampioni
e si accendevano i grilli.
Toccai alle ultime svolte
i suoi seni addormentati,
e si aprirono di colpo
come rami di giacinto.
L'amido della sottana
mi frusciava nelle orecchie,
come una pezza di seta
rotta da dieci coltelli.
Senza argento sulle cime
gli alberi sono cresciuti
e un orizzonte di cani
latra lontano dal fiume.
Superati i biancospini,
i rovi di more e i vinchi,
sotto la sua chioma sciolta
feci una buca nel limo.
lo mi tolsi la cravatta.
E lei si tolse il vestito.
lo la cinta e la pistola.
E lei quattro corpettini.
Né i nardi né le conchiglie
hanno la pelle più fine,
né i cristalli con la luna
splendono con quel brillio.
Le sue cosce mi sfuggivano
come pesci spaventati,
la metà pieni di fuoco,
la metà pieni di freddo.
Quella notte io percorsi
il migliore dei cammini,
su una candida puledra
senza staffe e senza briglie.
Non voglio dire, da uomo,
le cose che lei mi disse.
La luce della ragione
mi rende molto discreto.
Sporca di baci e di sabbia,
io la pottai via dal fiume.
Si battevano col vento
le sciabole dei giaggioli.
Agili da quello che sono.
Come un gitano legittimo.
Un cesto di raso giallo
le donai per il cucito,
e non volli innamorarmi
perché avendo già marito
mi disse che era ragazza
quando la portavo al fiume.

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