11 aprile 2018

Da “Uomini nudi” – Alicia Giménez-Bartlett


opera di Jack Vettriano

Da “Uomini nudi” – Alicia Giménez-Bartlett
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L’appuntamento è da me. Meglio qui che in quel buco di Javier. È la prima volta con due uomini. Non me ne importa di chi sono. Forse questa esperienza avrei dovuta farla con due sconosciuti, solo che non ne ho il coraggio. Accetto i miei limiti. Perfino con loro, che già conosco a letto, non sarà facile. Berrò qualcosa, tirerò un po’ di coca prima che arrivino. Devo apparire molto normale, molto nella parte: io pago, io comando. Due uomini al mio servizio. Non sarà facile. La mente continua a funzionare secondo gli schemi già appresi, ti impone un’identità. Oggi invece voglio cancellarmi, non essere più me stessa, non essere un’altra, non essere nessuno, come se non fossi mai esistita.
Suona il citofono. Sono perfetta: vestito, trucco, profumo, tutto impeccabile. Entrando, mi guardano, mi salutano, mi baciano. Forse sono un po’ troppo su di giri. Forse non ho calcolato bene la dose necessaria per darmi un tono. Forse ho fatto male a tirare prima che arrivassero, era meglio fare tutto insieme a loro.
Dato che questa sera non era prevista la cena, ho fatto preparare un aperitivo nel soggiorno. Javier lo vedo malissimo: rigido, imbarazzato, pallido. Non si divertirà. Dovrei mandarlo a casa e rimanere da sola con Ivàn. Lui sì che è un figlio di puttana senza scrupoli, senza valori, senza paura. Sa che fa una vita di merda ma non pretende niente di meglio. Se avessi cominciato a vedere lui invece di Javier non sarebbe durata neppure quindici giorni. Non ha la pazienza che ci vuole per sopportarmi. Javier sì, l’ha avuta. Con la speranza di una vita diversa si è trascinato sul pavimento, ha accettato qualunque cosa da me. È uno zerbino.
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