13 giugno 2017

Ariel – Sylvia Plath

Grant Wood - Young Corn
Ariel – Sylvia Plath

Stasi nel buio.
Poi l’insostanziale azzurro
versarsi di vette e distanze.

Leonessa di Dio,
come in una ci evolviamo,
perno di calcagni e ginocchi!----La ruga

S’incide e si cancella, sorella
al bruno arco
del collo che non posso serrare,

bacche
occhiodimoro oscuri
lanciano ami---

Boccate di un nero dolce sangue,
ombre.
Qualcos’altro

mi tira su nell’aria----
Cosce, capelli;
dai miei calcagni si squama.

Bianca
Godiva, mi spoglio----
morte mani, morte stringenze.

E adesso io
spumeggio al grano, scintillio di mari.
Il pianto del bambino

nel muro si liquefà.
E io
sono la freccia,

la rugiada che vola
suicida, in una con la spinta
dentro il rosso

occhio cratere del mattino.

Traduzione di Giovanni Giudici

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