13 giugno 2017

Ode a Don Diego de la Noche – Pablo Neruda

Andrew Wyeth - Lenape Barn

Ode a Don Diego de la Noche – Pablo Neruda

Don Diego
de la Noche,
buon giorno,
Don Diego,
buona notte:
io sono
un poeta perduto.
Quella porta
era
un foro.
La notte
mi colpì il naso
con il suo ramo
che io presi per una
creatura eccellente.
L’oscurità è madre
della morte
e in essa
il poeta perduto
navigava
finché
una stella di fosforo
salì o scese – non seppi –
nelle tenebre.
Stavo io in cielo,
morto?
A chi
dovevo dirigermi,
allora?
Il mio unico
amico celeste
morì tanto tempo fa
e cammina con armatura:
Garcilaso.
Nell’inferno,
come due civette,
Baudelaire e Edgar Poe,
forse
ignorano il mio nome!

Guardai la stella
ed essa
mi guardava:
la toccai
ed era fiore,
era Don Diego,
e nella mano
il suo profumo
mi rimase agganciato
trapassandomi
l’anima.

Terrestre
stella,
grazie
per
i tuoi
quattro
petali
di chiarezza fragrante,
grazie
per
la tua bianchezza
nelle tenebre,
grazie, stella, per i tuoi quattro raggi,
grazie, fiore,
per i tuoi petali,
e grazie
per le tue quattro
spade,
Cavaliere.

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