5 luglio 2017

Paludi - Fernando Pessoa

Cornelis Corneliszoon van Haarlem - Il peccato originale, dettaglio

Paludi - Fernando Pessoa

Paludi nello sfiorare ansie sulla mia anima in oro...
Rintocco lontano di Altre Campane...
Scolora il biondo grano nella cenere del tramonto...
Corre un freddo carnale per l’anima...
Così sempre la stessa. L’Ora...
Oscillare di cime di palma
Silenzio che le foglie fissano in noi...
Autunno tenue d’un canto di vago uccello...
Azzurro obliato in ristagno...
Oh, quale muto grido d’ansia mette gli artigli nell’Ora!
Che stupore di me anela ad altra cosa da ciò che piange!
Tendo le mani al di là, ma nel tenderle già vedo
che non è quello che voglio quello che desidero...
Cimbali di Imperfezione... O, tanta antichità
l’Ora espulsa dal sé-Tempo! Onda di risacca che invade
il mio abbandonarmi a me stesso fino a venir meno,
a ricordare tanto l’Io presente che mi sento di obliare!...
Fluido d’aureola, trasparente di Fu, vuoto d’aversi...
Il Mistero ha il sapore del mio essere altro...
Chiardiluna sul non contenersi...
La sentinella è tesa... la lancia che configge il suolo
è più alta di lei... Per cosa tutto questo?... Giorno piatto...
Rampicanti di sproposito che lambiscono d’Ora gli Oltre...
Orizzonti che chiudono gli occhi allo spazio in cui sono
cerchi di errore...
Fanfare di oppi di silenzi futuri... Lontane carrozze...
Portoni visti lontano... fra gli alberi... così di ferro!

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