4 luglio 2017

Ballata Triste – Federico Garcia Lorca

Andrew Wyeth - May Day

Ballata Triste – Federico Garcia Lorca
Piccola poesia

Il mio cuore è una farfalla,
bambini buoni del prato!
che presa dal ragno grigio del tempo
ha il polline fatale della delusione.
Da piccolo cantai come voi,
bambini buoni del prato,
liberai il mio sparviere con le pericolose
quattro unghie da gatto.
Attraversai il giardino di Cartagena
invocando la verbena
e persi l'anello della mia felicità
su un ruscello immaginario.
Fui anche cavaliere
una sera fresca di maggio.
Allora ella era per me l'enigma,
stella azzurra sopra il mio cuore intatto.
Cavalcai lentamente verso i cieli.
Era una domenica di lupinello.
E vidi che invece di rose e garofani
ella spezzava gigli con le mani.
Sono sempre stato inquieto,
bambini buoni del prato,
il Lei del romance mi tuffava
in sogni di luce:
chi coglierà i garofani
e le rose di maggio?
E perché la vedranno solo i bambini
in groppa a Pegaso?
Sarà la stessa che nelle ballate
tristemente chiamiamo
stella, supplicandola di uscire
a ballare sui campi?...
Nell'aprile dell'infanzia cantavo,
bambini buoni del prato,
il Lei impenetrabile del romance
dove appare Pegaso.
Dicevo nelle notti la tristezza
dei mio amore ignorato
e la luna lunera, che sorriso
aveva tra le labbra.
Chi sarà a cogliere i garofani
e le rose di maggio?
E di quella piccolina così bella,
che sua madre ha sposato,
in quale angolo buio di cimitero
dormirà il suo dolore?
Io solo col mio amore sconosciuto
senza cuore, senza pianti,
verso il tetto impossibile dei cieli
appoggiato a un grande sole,
Come mi pesa tanta tristezza!
Bambini buoni del prato,
come il cuore ricorda dolcemente
i giorni lontani...
Chi sarà a cogliere i garofani
e le rose di maggio?

Granada, aprile 1918

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