2 luglio 2017

da "La sonata al chiaro di luna" - Ghiannis Ritsos

Nigel Van Wieck - Some Day
da "La sonata al chiaro di luna" - Ghiannis Ritsos
 

(...)

Ci fermeremo un po’ in cima alla scala di marmo di San Nicola,
poi tu scenderai e io tornerò indietro
avendo sul fianco sinistro il calore del contatto casuale con la tua giacca,
alcuni riquadri di luce delle piccole finestre del quartiere
e questo fiato bianchissimo della luna che sembra un corteo di cigni d’argento –
non ho paura di questa frase, perché io
molte notti di primavera, un tempo, ho dialogato con Dio, che mi è apparso
nel manto di caligine e di gloria di un chiaro di luna come questo,
e molti giovani, più belli anche di te, gli ho sacrificato,
svaporando così, bianca e inaccessibile nella mia fiamma bianca, nel biancore del chiaro di luna, incendiata dagli sguardi voraci degli uomini e dall’estasi incerta degli adolescenti,
assediata da stupendi corpi abbronzati,
da membra robuste addestrate nel nuoto, nei remi, nell’atletica, nel calcio
(che fingevo di non vedere),
da fronti, labbra, colli, ginocchia, dita e occhi
toraci, braccia, cosce (e davvero non li vedevo)
– sai, certe volte, ammirando, dimentichi quel che ammiri, ti basta l’ammirazione –
Dio mio, che occhi pieni di stelle, e mi elevavo in un’apoteosi di stelle rifiutate
perché, così assediata, dentro e fuori,
non mi restava altra via che verso l’alto o il basso. – No, non basta.
Lasciami venire con te. Lo so che s’è ormai fatto tardi. Lasciami venire,
poiché per tanti anni, giorni e notti e meriggi purpurei, sono rimasta sola,
irriducibile, immacolata e sola,
perfino nel mio letto nuziale immacolata e sola,
scrivendo versi gloriosi sulle ginocchia di Dio,
versi che, ti assicuro, resteranno come scolpiti su un marmo irreprensibile
oltre la mia vita e la tua, molto oltre. Non basta.
(...)
Traduzione di Nicola Crocetti

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