15 giugno 2018

da “Musica” - Yukio Mishima

opera di Ichiro Tsuruta
da “Musica” - Yukio Mishima
(…)

Avevo intenzione di cominciare il più presto possibile la terapia della libera associazione, ma essendo la paziente in un tale stato di instabilità emotiva, pensai che forse era meglio fare delle domande dirette, per non darle il tempo di nutrire sentimenti ostili nei miei confronti.
Anche il dottor F., che è stato sempre dell'idea di evitare le domande e di cercare, sin dalla prima seduta, di desumere i sintomi dei pazienti attraverso la libera associazione, una volta ha ottenuto ottimi risultati andando contro la sua prassi consueta.
"A proposito della paura di essere incinta di cui mi parlava, ha ancora rapporti con quella persona, vero?"
"Sì."
Al contrario di quanto mi aspettassi, la ragazza mi dette una risposta chiara, come se quella mia domanda invece di metterla in imbarazzo l'avesse resa più tranquilla.
“Quando sono entrata in ditta c'era un ragazzo, che lavorava nel mio stesso reparto, sempre al centro dell'attenzione. Era così corteggiato da tutte che io, al contrario, provai per lui una forte antipatia, e assunsi di conseguenza un atteggiamento molto freddo nei suoi confronti."
Reiko tirò fuori un portatessera e vi sfilò una foto nascosta dietro l'abbonamento ferroviario.
"E lui”, mi disse mostrandomi la fotografia. Un giovane in canottiera e pantaloncini, la tenuta della squadra di canottaggio dell'università, sedeva in un'imbarcazione monoposto. Con una mano su un remo e l'altra sollevata in alto, sorrideva. Dal distintivo che aveva sul petto, capii subito che era uno studente dell'università T., famosa per la sua forte squadra di canottaggio. Aveva davvero un bel fisico, un viso dai bei lineamenti, e doveva essere anche alto. Aveva tutte le caratteristiche per essere corteggiato dalle donne.
“Questa è una foto di quando era studente, ma non è cambiato affatto. In ditta è ben voluto da tutti”, mi spiegò sporgendosi per guardare anche lei la foto.
“Caspita," le risposi un po' a sproposito.
Dal resto del suo racconto capii che Reiko, a pochi mesi dall'ingresso in ditta, si era resa conto della situazione.
Naturalmente fu considerata subito una rivale dalle altre impiegate, perché Egami Ryuichi, il ragazzo della foto, era l'idolo dell'ufficio, ma nessuna era riuscita ancora a rubare il suo cuore. Ma dopo un po', poiché Reiko si era mostrata inaspettatamente fredda verso di lui e anche lui non aveva mostrato particolare interesse per lei, finalmente tra la ragazza e le sue colleghe si instaurarono rapporti amichevoli, e anche a lei fu permesso di entrare nel patto di non aggressione nei confronti di Ryuichi.
Un rapporto fra donne teso come questo, un rapporto in cui si finge di non essere interessate a un uomo, ma in realtà ci si controlla a vicenda perché nessun'altra gli si avvicini, spesso ha l'effetto di stimolare un interesse particolare.
E Reiko, volente o nolente, non riuscì più a togliersi dalla mente il pensiero di Ryuichi, e addirittura finì per innamorarsi di lui senza neanche accorgersene.
Poiché il mio scopo non è quello di fare una descrizione romanzesca degli eventi, mi limiterò a esporre solo i punti principali.
In breve, Ryuichi e Reiko, incontratisi per caso fuori dall'ambiente di lavoro, fecero rapidamente amicizia e il giovane le confessò che, da quando era entrata in ditta, aveva provato subito simpatia per lei.
Ryuichi non era un donnaiolo, non era uno di quelli che faceva il galante con tutte, e questo Reiko lo aveva già verificato dall'esperienza di quei pochi mesi. Così credette subito a quella confessione d'amore, e per lei, già innamorata di lui, fu come la realizzazione di un sogno. I due, facendo molta attenzione a non farsi scoprire dai colleghi, continuarono a incontrarsi e, dopo due mesi di relazione, lei gli si concesse.
Il concedersi così presto, seguendo la logica del suo discorso, mi sembrò un po' avventato.
“Era la prima volta?"
“In che senso?"
"Era la sua prima esperienza sessuale?"
Reiko non sapeva come rispondere, un'ombra attraversò il suo sguardo. Sulla guancia, come un lampo sinistro, balenò di nuovo il tic.
"Forse è meglio che le dica tutto. Quando il signor Egami mi ha chiesto di fare l'amore ho sofferto tantissimo. Io sono nata in una famiglia per bene, ho sempre mantenuto una condotta decorosa. Quando ero all'università ho avuto qualche ragazzo, ma ho sempre rispettato una rigida condotta morale. Tuttavia dopo aver conosciuto il signor Egami, ho cominciato a pensare al matrimonio, come fanno tutte le ragazze d'altronde.
(…)

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