27 giugno 2018

In silenzio. Ho la gola al buio. La mia lingua - Anna Maria Farabbi

dipinto di Vincent Giarrano
In silenzio. Ho la gola al buio. La mia lingua - Anna Maria Farabbi

In silenzio. Ho la gola al buio. La mia lingua
è un paese: tra una papilla e l’altra
tutti dormono. In soletudine.
La parola non viene. Non ha necessità. Ha sonno.
Prendo il bicchiere in mano
mentre sento il sangue dal cuore
dove va
e i polmoni dei soffiatori di vetro
creare in un atto il vento.
Spingerlo in una cannula. Insegnarmi
con il vento la trasparenza inumana del vetro
e offrirmela affinché
attraverso
io beva.
Brindo la rotondità
di un acino.
L’essere con gli altri
in una forma. Il grappolo. La sostanza liquefabile
odorosa. L’essenzialità finale del raspo.
La faccia del mio amore dorme. Non viene. Non ha necessità.
Brindo al suo corpo. All’unicità del suo nome.
Sogni quello che vuole.
Prenda pure l’estate da chi vuole
mentre la mia soletudine beve
oro potabile.

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