19 giugno 2018

Sonetto LXXI – Pablo Neruda

dipinto di Clare Elsaesser
Sonetto LXXI – Pablo Neruda

Di pena in pena attraversa le sue isole l'amore
e stabilisce radici che poi irriga il pianto,
e nessuno può, nessuno può evadere i passi
del cuore che corre silenzioso e carnivoro.

Così tu e io cerchiamo un buco, altro pianeta
dove il sale non toccherà la tua chioma,
dove non cresceran dolori per mia colpa,
dove vivrà senza agonia il pane.

Un pianeta intricato per distanza e fogliame,
un ermo, una pietra crudele e disabitata,
fare con le nostre mani un nido duro

volevamo, senza danno, ferita né parola,
non fu così l'amore ma una città pazza
dove la gente impallidisce ai balconi.

Trad. Giuseppe Bellini


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