19 giugno 2018

Sonetto LXXV – Pablo Neruda

opera di Loui Jover
Sonetto LXXV – Pablo Neruda

Questa è la casa, il mare e la bandiera.
Erravamo per altri lunghi muri.
Non trovavamo porta né suono
dall'assenza, come dopo morti.

E alfin la casa apre il suo silenzio,
entriamo a calpestare l'abbandono,
i topi morti e l'addio vuoto,
l'acqua che pianse nelle tubature.

Pianse, pianse la casa notte e giorno,
gemette con i ragni, socchiusa,
si sgranò dai suoi occhi neri,

e ora d'improvviso la ritorniam viva,
la popoliamo e non ci riconosce:
deve fiorire, e non si ricorda.

Trad. Giuseppe Bellini

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