19 giugno 2018

Poesia della strada – Walt Whitman

Fernando Botero - La strada
Poesia della strada – Walt Whitman

A piedi e a cuor leggero me ne vado libero per la strada!
Sano, aperto, il mondo dinanzi a me!
Dinanzi a me il lungo sentiero bruno che mi conduce ovunque io voglia!

D’ora in poi non voglio più cercare la fortuna, io sono la fortuna,
D’ora in poi non voglio più lamentarmi, non più rimandare, né aver
bisogno di nulla,
Ma forte e felice io cammino per la strada aperta.

La terra – questo mi basta,
Io non voglio le costellazioni più vicine,
Io so che stanno bene dove sono,
Io so che bastano a quelli che appartengono a loro.

Io mi carico anche qui dei miei vecchi dolci fardelli,
E li porto, uomini e donne – e li porto con me ovunque io vada,
Io giuro, mi è impossibile liberarmi di loro,
Io sono pieno di loro e li riempirò a mia volta.

Sei tu la strada che io percorro mentre mi guardo attorno! Ma tu non
sei tutto ciò che c’è qui!
Credo che qui ci sia anche qualcosa che non si vede.

Qui la lezione profonda dell’accoglienza, senza preferenze né rifiuti,
Il nero con il capo lanoso, il malfattore, il malato, l’ignorante non sono rifiutati,
Il nascere, il correre dietro al medico, lo zoppicare del mendicante, il
barcollare dell’ubriaco, l’allegro gruppo di meccanici,
Il giovane fuggiasco, la carrozza del ricco, il donnaiolo, la coppia clandestina,
Il mercante mattiniero, il carro funebre, il trasloco in città, il rientro dalla città,
Tutto passa e passo anch’io, ogni cosa passa e nulla può essere fermato,
Nessuno che non sia accettato, nessuno che non mi stia a cuore.

Tu aria che mi dai il fiato per parlare!
Voi, oggetti che ridestate i miei concetti confusi e date loro forma!
Tu luce che avvolgi me e ogni cosa in una delicata pioggia uniforme!
Voi animali che sereni camminate sulla terra!
Voi uccelli che andate volando nell’aria! Voi insetti!
Voi germogli che nascete nelle terre dei contadini! Voi fili d’erba e radici
lungo le staccionate!

Voi sentieri tracciati nei solchi accidentati ai lati delle strade!
Credo che teniate nascoste strane realtà – voi che mi siete così cari.

Voi, strade lastricate delle città! Voi solidi cigli dei marciapiedi!
Voi vaporetti! Voi tavole e pali sui moli! Voi fianchi ricoperti di assi!
Voi navi distanti!
Voi file di case! Voi facciate crivellate da finestre! Voi tetti!
Voi porticati e ingressi! Voi cornicioni e griglie in ferro!
Voi finestre che dal guscio trasparente potreste svelare così tante cose!
Voi porte e scalinate! Voi archi!
Voi pietre grigie di selciati interminabili! Voi incroci calpestati!
Da tutto ciò che vi è passato accanto credo che abbiate assorbito ciò
che ora cercate di passare segretamente a me,
Di vivi e di morti avete popolato le vostre superfici impassibili, e i
loro spiriti si faranno vedere e amare da me.

La terra che si estende a destra e a sinistra,
Il quadro vivo, ogni particolare nella luce migliore,
La musica che si posa dove è richiesta, e tace dove non è voluta,
L’allegro vocio della strada pubblica – il gaio fresco sentimento della strada.

Strada maestra che io percorro! Strada statale! Mi dici forse,
Non mi lasciare?
Mi dici forse, Non ti avventurare? Se mi lasci sei perduto?
Mi dici forse, Sono già pronta – sono ben battuta e a tua disposizione
– Resta con me?

Strada statale, io ti rispondo, Non ho paura di lasciarti – anche se ti amo,
Tu mi esprimi meglio di quanto io sappia esprimermi,
Tu sarai per me più della mia stessa poesia.

Credo che tutti gli atti eroici siano stati concepiti all’aria aperta,
Credo che potrei fermarmi qui e fare miracoli,
Credo che mi piacerà tutto ciò che incontrerò sulla strada, e che
piacerò a chiunque mi guarderà,
Credo che chiunque io veda debba essere felice.

D’ora in poi, libertà!
D’ora in poi, mi chiamo libero da limiti e linee immaginarie!
Vado dove voglio – padrone di me stesso, totale e assoluto,
Ascolto gli altri, valutando bene ciò che dicono,
Mi soffermo, ricerco, ricevo, contemplo,
Gentile ma estremamente fermo, mi libero dai vincoli che mi trattengono.

Inspiro profonde boccate d’aria,
L’est e l’ovest sono miei, e il nord e il sud sono miei.
Sono più grande di quanto pensassi!
Non pensavo di possedere tanta bontà!

Tutto mi sembra bello,
Posso ripetere a uomini e donne, Avete fatto così tanto bene a me, che
ora vorrei fare lo stesso per voi.
Voglio fare proseliti per me e per voi mentre cammino,
Voglio sperdermi fra uomini e donne mentre cammino,
Voglio gettare una gioia e un impeto nuovo in mezzo a loro;
Chi mi respinge, non potrà turbarmi,
Chi mi accetta, uomo o donna sarà benedetto e mi benedirà.

Ora, se dovessero apparire mille uomini perfetti, non mi stupirebbero,
Ora, se dovessero apparire mille bellissime forme di donne, non mi stupirebbero.

Ora conosco il segreto di come si fanno le persone migliori,
Che è di crescere all’aria aperta, e mangiare e dormire in armonia con la terra.
Qui, spazio – qui una grande impresa personale trova spazio,
Una grande impresa colpisce i cuori di tutta la razza umana,
La sua effusione di forza e volontà supera ogni legge e deride ogni
autorità, ogni argomento contrario.

Questo, l’esame della saggezza,
La saggezza non deve essere esaminata nella scuola,
La saggezza non può essere trasferita da chi la possiede a chi non la possiede,
La saggezza appartiene all’anima, non è suscettibile di prove, è lei la prova,
Si applica ad ogni fase, oggetto, qualità, ed è soddisfatta,
È la certezza della realtà, dell’immortalità e dell’eccellenza delle cose,
E c’è qualcosa nella sua fluttuante visione che la spinge fuori dall’anima.

Ora riesamino filosofie e religioni,
Possono esser giuste nelle aule scolastiche, ma non lo sono per nulla
sotto le nuvole spaziose, lungo i paesaggi e le acque fluenti.

Questa è realizzazione,
Questo è un uomo sotto osservazione – che qui capisce ciò che ha dentro di sé,
Gli animali, il passato, il futuro, luce, spazio, maestà, amore, se loro
sono senza di te, anche tu sei senza di loro.

Solo il seme di ogni oggetto ha nutrimento;
Dov’è chi ne toglie l’involucro per te e per me?
Dov’è chi sa sciogliere legami e stratagemmi per te e per me?

Qui c’è attaccamento – che non è preordinato, ma arriva al momento giusto;
Lo sai che significa, quando passi, l’essere amato da estranei?
Lo sai il significato di quel volgere lo sguardo?

Qui c’è l’effusione dell’anima,
L’effusione dell’anima passa dalle splendide porte della legge e sollecita le domande:
Questi aneliti, perché ci sono? Questi pensieri al buio, perché ci sono?
Perché, quando ci sono uomini e donne che stanno vicino a me, la
luce del sole dilata il mio sangue?
Perché, quando mi abbandonano, i miei pennoni di gioia ciondolano flosci e inerti?
Perché ci sono alberi alla cui ombra non ho mai camminato senza che
alti pensieri melodiosi siano scesi su di me?
(Credo che aleggino, d’inverno e d’estate, su questi alberi e facciano cadere sempre dei frutti al mio passare);
Che cos’è che io scambio così all’improvviso con degli estranei?
Con un cocchiere mentre viaggio seduto al suo fianco?
Con un pescatore che trascina la sua rete a riva, mentre gli passo vicino e mi fermo?
Cosa mi rende disponibile all’amicizia di una donna o di un uomo?
Cosa li rende disponibili alla mia?

L’effusione dell’anima è felicità – qui è la felicità,
Credo che pervada l’aria, sempre in attesa,
E ora scorre in noi – che giustamente ne siamo caricati.

Qui nasce il carattere fluido e attraente;
E l’attraente, fluido carattere è la fresca dolcezza dell’uomo e dell donna,
E l’erba del mattino non spunta ogni giorno più fresca e più dolce
dalle sue radici, di quanto il carattere non spunti sempre fresco e dolce dalle sue.

Verso il carattere fluido e attraente trasuda il sudore amoroso di giovani e vecchi,
Da lui piove distillato l’incanto che si fa gioco della bellezza e del talento,
Verso di lui si tende il fremente spasmodico desiderio di contatto.

Su andiamo! Chiunque tu sia, vieni via con me!
Se viaggi con me, troverai ciò che non stanca mai.

La terra non stanca mai!
La terra è rozza, silenziosa, incomprensibile all’inizio – anche la
natura è rozza e incomprensibile all’inizio,
Non ti scoraggiare – va avanti – che ci sono cose divine, ben nascoste,
Ti giuro che ci sono cose divine più belle di quanto le parole possano dire!

Su andiamo! Non dobbiamo fermarci qui!
Per quanto invitante questa raccolta di provviste, per quanto comoda
questa dimora, non possiamo restare qui!
Per quanto riparato questo porto, per quanto calme queste acque, non possiamo ancorare qui!
Per quanto accogliente questa ospitalità che ci avvolge, noi possiamo goderne solo per poco.

Su andiamo! Gli stimoli saranno maggiori,
Veleggeremo per mari selvaggi e inesplorati,
Andremo dove ci porta il vento, dove si frangono le onde, e dove il
clipper yankee fila a vele spiegate.

Su andiamo! Con forza, libertà, con la terra e gli elementi!
Con salute, sfida, gioia, amor proprio, curiosità!

Su andiamo! Lontano da ogni regola!
E dalle vostre regole, o preti materialisti, ciechi come talpe!

Il cadavere putrefatto blocca il passaggio – la sepoltura non può più attendere.

Su andiamo! Ma stai attento!
Chi viaggia con me ha bisogno del suo sangue migliore, di muscoli e resistenza,
Nessuno, né lui né lei, può affrontare la prova se non ha coraggio e salute.

Non venire se hai già speso la parte migliore di te!
Possono venire solo quelli che hanno corpi puri e decisi,
Né infermi – né alcolizzati, né quelli con malattie veneree sono accettati qui,

Io e i miei versi non convinciamo con argomenti, similitudini o rime,
Ma convinciamo con la nostra presenza.
Ascolta, sarò sincero con te,
Io non ho da offrire antichi facili premi, ma offro premi nuovi e difficili,
E questi sono i giorni che dovrai passare:
Tu non ammasserai ciò che si chiama ricchezza,
Tu distribuirai con mano generosa ciò che guadagni o ottieni,
Tu, appena arrivato nella città a cui eri destinato – appena sistemato e
a tuo agio, già sentirai irresistibile un richiamo a partire,
Tu dovrai sopportare risatine ironiche e derisioni da quelli che rimangono indietro,
Agli inviti d’amore che ricevi, potrai solo rispondere con appassionati baci d’addio,
E non dovrai permettere che ti fermino quelli che allungano le loro mani su di te.

Su andiamo! Dietro ai grandi! Per diventare come loro!
Anche loro sono in cammino, sono gli uomini veloci e maestosi, sono
le donne migliori!

Al di sopra di quello che li ha ostacolati, al di sopra di quello che li ha
rallentati, lasciando passare ostacoli grandi o piccoli,
Esecutori di crimini o di molte straordinarie virtù,
Amanti del mare in bonaccia e del mare in tempesta,
Marinai di molte navi, percorritori di molte miglia di terra,
Abitanti di molti paesi diversi, abitanti di dimore lontane,
Pieni di fiducia in uomini e donne, osservatori di città, soli nella fatica,
Fermi a contemplare zolle, germogli o conchiglie sulla spiaggia,
E danzano ai matrimoni e baciano le spose, e con tenerezza aiutano i
bambini, e li portano in braccio,
Soldati nelle rivoluzioni, in piedi sulle tombe spalancate, chini sulle bare da seppellire,
Viaggiatori per tante stagioni, per tanti anni – anni strani, che
emergono ognuno da quello precedente,
Viaggiatori che sembrano in compagnia, ma solo di se stessi nelle loro diverse fasi,
Fanno passi in avanti dai latenti e irrealizzati giorni dell’infanzia,
Viaggiatori felici con la loro giovinezza – viaggiatori con la loro barbuta e segnata maturità,
Viaggiatrici con una femminilità grande, insuperabile, soddisfatta,
Viaggiatori con una sublime vecchiaia, maschile o femminile,
Vecchiaia calma, distesa, piena della superba vastità dell’universo,
Vecchiaia che trascorre libera, con vicina e dolce la libertà della morte.

Su, andiamo! Verso ciò che è senza fine come era senza principio!
Per sopportare molto, marce di giorni, riposi di notti!
Per far confluire tutto nel viaggio a cui mirano e nei giorni e nelle notti a cui mirano!
E di nuovo per farli confluire nella partenza per viaggi migliori!
Per non veder nulla se non ciò che si può raggiungere e oltrepassare!
Per concepire solo quel tempo che, per quanto lontano, tu possa
raggiungere e oltrepassare!
Per guardare su e giù solo sulla strada che si snoda e si ferma per te!
E che, per quanto lunga, si snoda e si ferma per te!
Per non vedere nessun essere, né divino né altro, che tu non possa raggiungere!
Per non vedere proprietà se non quelle che puoi possedere! godendo
di tutto, senza fatica o spesa – prescindendo dalla festa, senza
però prescindere da nessuna sua piccola parte;
Per cogliere il meglio dalla fattoria del contadino, dalla villa elegante
del ricco, dai puri doni del cielo della coppia felicemente
sposata, dai frutti dell’orto e dai fiori del giardino!
Per prendere ciò che ti serve dalle città affollate che attraversi!
Per portarti poi dietro case e strade ovunque tu vada!
Per raccogliere idee dai cervelli degli uomini che incontri! Per
raccogliere amore dai loro cuori!
Per portare i tuoi amanti sulla strada con te, anche se te li lasci dietro alle spalle!
Per vedere l’universo come una strada – come tante strade – come
strade per anime in viaggio!

L’anima viaggia,
Il corpo non viaggia quanto l’anima,
Il corpo lavora quanto l’anima, e alla fine si fa da parte per i viaggi dell’anima.

Tutto si fa da parte per il progresso delle anime,
Tutte le religioni, le sostanze, le arti, i governi – tutto quello che era o
che è apparente in questo o in ogni globo, si dispone in
nicchie e angoli davanti al procedere delle anime lungo le grandi strade dell’universo,
Del progredire delle anime degli uomini e delle donne lungo le grandi
strade dell’universo, ogni altro progredire è l’emblema
essenziale e il sostentamento.

Sempre vivi e sempre in avanti,
Maestosi, solenni, tristi, in disparte, perplessi, pazzi, turbolenti, deboli, insoddisfatti,
Disperati, fieri, appassionati, malati, dagli uomini accettati, dagli uomini rifiutati,
Vanno e vanno! So che vanno, ma non so dove,
Però so che vanno verso il meglio – verso qualcosa di grande.

Su, andiamo! Chiunque tu sia! Vieni avanti!
Non devi rimanere in casa, anche se l’hai costruita tu, o è stata per te costruita.

Su, andiamo! Fuori dal nero confine!
È inutile che protesti – io so tutto, e lo rivelo.

Guardo attraverso te, malvagio come gli altri!
Attraverso le risate, le danze, i pranzi e le cene della gente,
Sotto i vestiti e i gioielli, dietro a quei visi lavati e truccati,
Vedo un segreto muto disprezzo e la disperazione!

Né marito, né moglie, né amico, né amante così fidato da ascoltare la confessione,
Un altro se stesso, un duplicato di ciascuno, se ne va furtivo e nascosto, se ne va aperto e leale,
Senza forma e parole per le vie della città, educato e cortese nei salotti,
Nelle carrozze dei treni, sui vaporetti, nelle assemblee pubbliche,
A suo agio nelle case di uomini e donne, fra le loro famiglie, a tavola, a letto, ovunque,
Ben vestito, sorridente, eretto, con la morte sotto lo sterno, l’inferno dentro la scatola cranica,
Sotto l’ampio abito e i guanti, sotto i nastri e i fiori artificiali,
Rispettoso dei costumi, senza mai dire nulla di sé,
Pronto a parlare di tutto meno che di sé.

Su, andiamo! Fra lotte e battaglie!
La meta fissata non può ora venire annullata.

Hanno avuto successo le lotte passate?
Cosa ha avuto successo? Forse tu? La tua patria? o la natura?
Ora ascoltami bene – è nella natura delle cose che da ogni successo,
qualunque esso sia, ne derivi qualcosa che renda necessario
un impegno maggiore.

Il mio è il richiamo alla battaglia – io alimento la ribellione attiva,
Chi viene con me deve venire ben armato,
Chi viene con me si trova spesso a regime frugale, in povertà, con
nemici accaniti, fra dispute.

Su, andiamo! La strada è qui, davanti a noi!
È sicura – l’ho provata – con i miei piedi l’ho ben provata!

Su, andiamo! Non perdere tempo!
Lascia il foglio non scritto sul tavolo, e il libro chiuso sullo scaffale!
Lascia gli attrezzi nell’officina! Lascia che i soldi non sian guadagnati!
Lascia la scuola! Non ascoltare le grida del maestro!
Che il predicatore predichi dal suo pulpito! che l’avvocato arringhi
nella corte e il giudice presenti la legge!

Ecco figliolo! Ti do la mano!
Ti do il mio amore, prezioso più del denaro,
Ti do me stesso, al posto di regole o prediche;
Ti darai tu a me? Vuoi venire in viaggio con me?
Resteremo fedeli l’un l’altro per tutta la vita?

Trad. Igina Tattoni

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